Racconto
Il cielo nuvoloso del risveglio (alle 6.30 per me e Gianni) ci preoccupa e Gianni ventila l’idea di fare la prima tappa in auto: io, noncurante, continuo a scaricare le bici. Fortunatamente il cielo si aprirà , uscirà un bel sole e caricate le bici con borse e zaini, parcheggiate le auto, verso le 9.30 finalmente PARTIAMO!
Una prima tappa la faremo dopo un km in quanto nei giardini di Rorschach, c’era un esposizione di sculture di sabbia molto belle!
Proseguiamo lungo la bella ciclabile che spesso fiancheggia il lago. A Romanshorn una breve tappa sotto la bella fontana, dove Simona comincia subito a spogliarsi, poi, essendo ancora le 12, presto per mangiare, proseguiamo. Ci fermeremo più tardi a mangiare in un bière-garden che troviamo lungo la ciclabile.
Qui inizia un dibattito sulle distanze: secondo me, Cristiana e Manuela avevamo già percorso 30 km, secondo Gianni e Federico appena 20! Oltretutto secondo Gianni e Federico la mèta, prevista a 39 km, era ancora lontana nella carta…e in questo avevano ragione; dopo un lungo dibattito scopriamo che:
1. Gianni aveva tarato il suo contachilometri con la circonferenza della ruota di un triciclo;
2. Il contachilometri di Federico era invece uno dei primi costruiti (15-20 anni fa) e probabilmente misurava le distanze solo in miglia
3. C’era discordanza fra le mie previsioni chilometriche e le distanze effettive, e questa sarà ancora più forte andando avanti fino a costringersi a tirate decisamente impegnative (vedi giorni seguenti).
I ragazzi reclamano il bagno per cui, ripartiti, cerchiamo una spiaggetta: la troviamo poco dopo senza difficoltà e dunque tutti (o quasi) a bagno nelle acque del Bodensee (lago di Costanza). I ragazzi individuano, poco al largo, una pedana per fare i tuffi; in realtà , appena raggiunta, ci si rende conto che è piena di escrementi animali: fa un po’ schifo ed è anche puzzolente, ma noi, selvaggi al punto giusto, non esitiamo a salire e a fare qualche tuffo.
Si riparte alla volta di Kreuzlingen. Troviamo subito l’ostello (di fianco alla ciclabile) e prendiamo posto nelle camere. Risolviamo il problema di Paolo DN e Jimmy, rinomati russatori, relegandoli in una camera doppia nel seminterrato. Ceniamo in ostello di buon ora (alle 18.30…tant’è che Simona, verso le 20.30, chiederà : “Quando andiamo a cena?”) in quanto avevo, senza saperlo, prenotato la cena. A fine pasto con una commuovente cerimonia commemoriamo il 17° anno di matrimonio di Paolo e Eliana. Il coro dei giovani intona, o meglio stona, la famosa canzone di Eros Ramazzotti “Più bella cosa non c’è”; talmente famosa che neanche Titti ricorda il testo a memoria per cui siamo costretti ad inventare qualche strofa; dopo il bacio degli sposi, reclamato dal coro, segue il brindisi con un modesto, ma costosissimo, moscato italiano.
Dopo cena, ovvero nel tardo pomeriggio, decidiamo di andare a Costanza. Malgrado le raccomandazioni del responsabile dell’ostello “Se andate in bici di notte senza il faro vi faranno una multa salatissima!” partiamo in bici (siamo o no italiani?).
Dopo una passeggiata per la bella città Paolo ed Eliana, per festeggiare la ricorrenza, offrono birra (agli adulti) e patatine fritte (ai ragazzi) in un locale self-service all’aperto vicino il porticciolo; Simona esclamerà , felice, “Finalmente ceniamo!”.
Nel ritorno all’ostello ci rendiamo conto dell’utilità delle luci per bici (che non abbiamo); non tanto per evitare multe ma per illuminare la ciclabile che attraversa un boschetto completamente buio; fortunatamente, seguendo il nostro fiuto, riusciamo a arrivare. |