Racconto
Consumata la colazione, piuttosto scadente e che non ha confronto con quella degli ostelli precedenti, decidiamo di raggiungere il centro con autobus e tram. La ragazza dell’ostello ci sconsiglia di usare le bici in quanto ci dice che “Lo sport più praticato a Strasburgo è il furto di bici”. La città è molto bella. Visitiamo la cattedrale, accodandoci sfacciatamente ad una comitiva italiana che ha una guida che parla, ovviamente, l’italiano. Poi Gianni, che conosce la città per uno dei numerosi viaggi offertogli dalla banca (questi bancari…), ci guida per i posti più caratteristici; in particolare ci fa visitare il quartiere della Petit France. Peccato che la visita si svolga quasi sempre sotto la pioggia!
Avendo programmato di ripartire con le bici alle 12.30, verso le 11.30 facciamo spesa per il pranzo, dilungandoci un po’ troppo. Tornati all’ostello riusciremo ad essere pronti per la partenza solo alle 13.15; dobbiamo prendere il treno prenotato ad Offenburg alle 15.00. Quando stiamo per partire Gianni mi si avvicina dicendomi di avere contati i km nella cartina della ciclabile: sono 25! Comincio a pensare che non ce l’avremmo mai fatta! So bene che non riusciamo a viaggiare a più di km 12 orari di media: perderemmo il treno; oltretutto da Costanza avremmo altri 15km per l’ostello; e domani è il giorno del rientro. Insomma comincio a preoccuparmi seriamente e decidiamo di non seguire la ciclabile ma la strada delle auto. In realtà , dopo un paio di km troviamo un indicazione ciclabile; chiediamo informazione e ci viene suggerito di seguire la stradina lungo il canale che ci porterà diretta, in una ventina di km ad Offenburg. Senza esitare partiamo in fretta. Un vento laterale freddo ed intenso ci rende la pedalata faticosa e difficoltosa; oltretutto il fondo è ghiaioso e dobbiamo procedere con attenzione: ma senza fiatare pedaliamo, scaliamo le marce ma continuiamo a pedalare. Mentre il gruppo giovani regge bene il mio passo, gli adulti fanno molta fatica, Cristiana in particolare che oltre al vento contrario ha Simona prossima ad addormentarsi; pensa di non farcela ma sa che non può arrendersi e continua a pedalare sopra le forze. Più avanti la ciclabile diventa asfaltata, i km rimangono 10, decido di allungare con il gruppo giovani e tiriamo al massimo fino alla porte di Offenburg; sono le 14.40 quando mi fermo per chiedere informazioni per la stazione ferroviaria; i ragazzi mi avvisano che Alberto si è fermato prima perché gli è caduta la borsa; probabilmente mi hanno urlato ma non li ho sentiti; chiedo ad Alessandro, sempre pronto e disponibile, di tornare indietro e raggiungere Alberto; io con Silvia e Annalisa (interprete tedesca) cercheremo la stazione; il resto dei giovani attenderà lì il resto della comitiva. Raggiungiamo facilmente la stazione (14.45), lascio Silvia e Annalisa, prendo la bici di Annalisa e torno indietro di corsa con l’intento di raggiungere Cristiana e prendere il cammellino. Ma dopo poche centinaia di metri incrocio Gianni che mi comunica che Alberto ha bucato; avendo il necessario per riparare nella mia bici torno di corsa in stazione, riprendo la mia bici e via di corsa per raggiungere Alberto. Dopo un po’ incrocio Alberto, trasportato in canna da Sara; più indietro Alessandro stava cercando di trasportare la pesante bici di Alberto con, oltretutto, la ruota posteriore buca! Ovviamente era in difficoltà . Allora dico a Jimmy di cedere la sua bici, leggera e scarica, ad Alessandro e di proseguire a piedi con quella di Alberto. Jimmy ci guarda stupito, non capisce, ma alla fine obbedisce seguendo me e Maria a piedi fino in stazione. Fatte le scale del sottopassaggio siamo sul marciapiede alle 14.55: dovremo aspettare il treno 5 minuti!!! Siamo esausti ma felici e soprattutto increduli per avercela fatta!
Saliti in treno, con il supporto di Federico riparo la bici di Alberto nell’angusto spazio della carrozza. Poi mangiamo qualcosa e ci rilassiamo! Arrivati puntualmente a Costanza, verso le 17.30, partiamo alla volta di Romanshorm: ci aspettano circa 20 km di comoda lungolago (che abbiamo già percorso all’andata); dovendo essere entro le 19 all’ostello allungo il passo seguito, come sempre, dal gruppo giovani. Alle 18.55 siamo alla reception dell’ostello. L’ostello è semplice ma pulito ed ordinato. Ci vengono assegnati due grossi cameroni, alcuni ragazzi fanno la doccia ed usciamo per cenare in un locale nei pressi del porto: il conto sarà piuttosto salato ma, probabilmente, nella conversione franco svizzero-euro viene commesso un errore ed alla fine risulterà accettabile: anche in questo frangente noi, da buoni italiani, facciamo i portoghesi! Dopo cena, mentre torniamo a piedi in ostello accompagnati da una pioggerella, un’auto ci supera suonando: è Paolo che ci ha raggiunto per recuperare le figlie! Dormirà ovviamente con noi in ostello; qui ci consegnerà anche una toccante lettera che ci ha inviato Eliana dall’ospedale.
Stanchi noi adulti ci addormentiamo presto. Così non sarà per i giovani che faranno confusione fino a tardi, richiamati anche dal custode dell’ostello! Ma il giorno successivo ne pagheranno le conseguenze! |