Racconto
Cronaca, a cura di Paolo U.
Il sole! Ci alziamo di buon umore! Usciamo presto per visitare il parco dell’abbazia e poi via in bici! L’aria è ancora fresca ma il sole ed il cielo sereno ci fanno apprezzare tutto ciò che vediamo!
Ripresa la ciclabile, in uno strappo per salire su un ponte a Riccardo si rompe la catena! Fortunatamente per quest’anno mi ero attrezzato anche dello smagliacatatene! Mentre il gruppo si avvantaggia rimaniamo in tre a riparare la bici e poi raggiungiamo la compagnia.
Il tratto è molto bello anche perché, a differenza dei precedenti, si allontana un po’ dal fiume ed attraversa paesini fra campi e vigneti.
Pranziamo con pane che acquistiamo da un venditore ambulante. Poi ripartiamo con l’unico rammarico di non poterci concedere più tempo per visitare i paesini, l’ultimo dei quali, Stein an der donau, è veramente grazioso!
Ma dobbiamo essere a Krems entro le 15 per prendere il treno fino a Vienna dove abbiamo l’ostello prenotato.
Nell’ultimo tratto Silvia accenna una certa stanchezza…probabilmente ancora non si è ripresa bene; proponiamo dunque il cambio con Simona che ancora viaggia con il cammellino; Simona ha due anni di meno ma la stessa corporatura; ha il fisico ‘da grande’ ma la testa ‘da piccola’, ovvero è distratta, incostante, ecc…Quindi sua madre ha preferito portarla con il cammellino (dopo averle fatto alzare il manubrio da un fabbro!).
Simona è felice del cambio! Vuole mostrare quello che vale e addirittura, in un attimo di foga, mi tampona in salita!
Arriviamo in stazione a Krems dove dobbiamo preoccuparci del treno. Quello che avevo progettato di prendere arrivava alla stazione centrale di Vienna, troppo lontana dall’ostello prenotato che si trova in periferia (13 km dalla stazione centrale). Dopo varie informazioni Eliana riesce a trovare due treni che partono alle 16 e alle 17 che arrivano alla stazione vicina all’ostello! Bel colpo! Perché due treni? Perché il gruppo era troppo numeroso!!
Caricato il gruppo nel primo treno io, seguito da Carlo, Gianni e Paolo D. decidiamo di percorrere i rimanenti 70 km in bici!
Partiamo mantenendo un buon passo e che oltretutto miglioreremo con l’andare! Una breve sosta dopo 40 km per rinfrescarci (e soprattutto far riposare il posteriore) poi via, ancora più veloci, alla volta di Vienna!
Alle 19 entriamo in città , felici di avercela fatta; ma il difficile inizierà adesso: trovare l’ostello, che si trova in periferia dalla parte opposta della città (circa 15 km) ed arrivarci. Malgrado l’ottimo senso di orientamento di Gianni, le numerose richieste di informazioni, solo alle 21 riusciremo ad arrivare all’ostello!
Troviamo Maria ad aspettarci all’ingresso e, insieme a lei, raggiungeremo il resto del gruppo al ristorante.
Siamo arrivati! Ceniamo, senza fretta e senza troppi pensieri (oramai siamo arrivati) poi rientriamo all’ostello; eravamo alloggiati al 7° piano … peccato che dopo le ore 22 gli ascensori non funzionavano … dunque si sale a piedi!
(Ostello Hutteldorf 0043 1 877 € 15 pernottamento + prima colazione)
Appunti di Paolo D.
Due panini a testa, un burro grande o due piccoli, una tazza di caffelatte: è questo il perentorio dixtat di suor Paola per la colazione del mattino. Ci mancava anche scoprire la prima foratura del tour (ruota anteriore di Paolo DN) che Paolo U. prontamente aggiusta. Non vediamo l’ora di lasciare il convento che ci ha ospitati anche perché finalmente il sole attende di beneficiarci del suo tepore nei giardini del complesso abbaziale che ci accolgono all’ingresso con una «scampanìo» di cacciaspiriti. Tra le aiuole abbiamo l’opportunità di scoprire la cultura di Roberta in fatto di erbe aromatiche, di scambiarci qualche ricetta (sale verde) e di ascoltare il racconto della creazione che fuoriesce da alcuni dolmen di pietra. Col senno di poi ci fermiamo troppo perché la tappa che ci aspetta sarà una delle più belle finora percorse. Riprendiamo il pedalare, ma la maledizione del convento ci insegue. Alla prima salita per raggiungere il ponte e attraversare per l’ennesima volta il Danubio, la catena di Riccardo non regge la potenza dei suoi bicipiti. Il gruppo prosegue e Paolo U. ha finalmente modo di inaugurare il suo smerigliacatene. In meno di 10 minuti toglie la maglia rotta e rimette in sesto la bici. È il momento magico di Riccardo. Preso dall’ebbrezza per l’inseguimento forzato del gruppo fa lanciare Paolo in una eccitante rincorsa: il display del contachilometri toccherà (in leggera discesa) i 32 km all’ora!!
Ripresa la marcia tranquilla ci gustiamo la tappa che abbandona la sponda del Danubio e ci fa toccare ameni paesini circondati da vigneti. Anche la strada non è più piatta, ma ci culla in un alterno saliscendi. In un paesino facciamo la fortuna di una venditrice ambulante svuotando del pane, dei dolci e delle bevande il suo camioncino. Sulle salitelle che si susseguono anche Simona ha l’opportunità di mostrare la sua voglia di essere finalmente indipendente da quella madre assillante. Prende il posto di Silvia, che coraggiosamente sta continuando lottando non solo con la fatica della pedalata, ma con il virus intestinale che la sta perseguitando. Tanta è la voglia di pedalare che Simona sperona lo zio addirittura in salita e in quattro e quattrotto dà fondo a tutte le sue energie. Ma la città di Krems è vicina e la sua stazione ci accoglie oltre al fedele Jimmy che di ritorno da Monaco ha pensato bene di fermarsi a salutarci. Cosa vuol dire il fiuto degli amici!
Mancano ancora 75 chilometri a Vienna. Il gruppo si divide in tre. In due scaglioni i primi due gruppi raggiungeranno Vienna con il treno, come era previsto. Il terzo gruppo composto da Paolo U., Gianni, Carlo e Paolo DN cercherà di raggiungere la meta in bici.
La scelta di saltare questi ultimi 75 chilometri per raggiungere Vienna un giorno prima risulta indovinata. Ai quattro intrepidi infatti si presentano 75 chilometri piatti e uniformi fino alla capitale. Solo il paesino di Tull, un po’ oltre metà percorso, spezza questa uniformità , Ma il «trenino» tirato ininterrottamente da Paolo U. non si accorge quasi del monumento bronzeo ai Nibelunghi posto lungo la ciclabile. Il tempo appena di vedere, ma non di fotografare, un simpatico palco galleggiante per concerti sul Danubio e finalmente la locomotiva si concede una sosta in un piccolo chiosco lungo la ciclabile. Lo richiedeva il mal di sedere più che le gambe. I primi 40 chilometri sono stati percorsi a una media di 26-27 chilometri all’ora con un fastidioso vento contrario. Ma l’avvicinarsi della meta e il calare del vento spingono Paolo a richiedere alla sua carovana un ulteriore sforzo: la media sale a 31 all’ora contravvenendo palesemente con i limiti di velocità che vediamo scritto sull’asfalto della ciclabile: 30 km. Il traffico intanto diventa via via più intenso e vario. Non poteva mancare il solito cagnolino che, messosi ad inseguire i quattro, via via ha superato Gianni, Carlo e Paolo DN: la sua vittima era proprio lui, Paolo U. che solo a causa di una secca curva si è fatto raggiungere dal suo «amico», per fortuna senza conseguenze.
Alle 19 le silouettes della torre sul Danubio e del palazzo del Millennio ci annunciano che la nostra fatica dovrebbe volgere al termine. Siamo finalmente a Vienna! Carlo è felicissimo e ne ha tutti i motivi; potrà raccontare ai suoi compagni che è entrato in mountain bike nella capitale austriaca dopo una galoppata di 350 chilometri (a dire il vero il suo contachilometri segna 380!). Probabilmente tacerà il mal di sedere sofferto nell’ultimo tratto fatto dimenandosi continuamente sulla sella alla ricerca di una disperata posizione comodo. E tutto perché generosamente ha imprestato alla mamma i suoi pantaloni da ciclista che ora gli sono ritornati allargati di due misure.
Alle porte della città troviamo due ciclisti austriaci che stanno uscendo e che gentilmente ci offrono la loro cartina. Purtroppo ci danno anche delle indicazioni sbagliate (il fiuto di Gianni se n’era accorto, ma non si è fidato di se stesso) che ci portano a fare il tour turistico del centro storico tra il traffico cittadino. Gianni dà fondo a tutte le sue doti faticosamente costruite in decine di gare di orientering, Maria ci segue maternamente con i suoi continui messaggini, ma solo dopo quasi due ore dal nostro ingresso in Vienna riusciamo finalmente a inforcare la ormai familiare salita che ci porta all’ostello al cui culmine ci aspetta la bianca figura di Maria che ci aiuta a parcheggiare le bici e ci guida al ristorante dove il gruppo pazientemente ci sta aspettando per la cena.
Il sesto e ultimo piano dell’ostello ci accoglie per un meritato riposo (naturalmente l’ascensore non funziona, altrimenti che gusto c’è?). |