Descrizione
La scelta di questo trekking di 3 giorni è dovuta alla conoscenza del Cammino nelle terre mutate. Si tratta di un progetto escursionistico che va da Fabriano a l’Aquila attraversando terre e paese colpiti dal terremoto. Lo scopo del progetto è duplice: portare movimento e dunque ricchezza a realtà duramente colpite dalla tragedia e far rendere conto a chi attraversa quelle terre di ciò che ha fatto, o meglio, ha distrutto il terremoto e della situazione attuale.
Anche noi, per quanto abitiamo relativamente vicini (provincia di Ancona) siamo rimasti stupiti attraversando paesi distrutti o, in alcuni casi, completamente scomparsi. Le persone che incontri ti raccontano quello che è stato e quello che è, facendoti veramente prendere coscienza di come in un attimo è cambiata la loro vita.
Il cammino delle terre mutate è dunque un ottimo progetto e lo consigliamo a tutti, anche per la bellezza dei paesaggi attraversati. Abbiamo acquistato la guida Il cammino nelle terre mutate edizione Terre di mezzo ed abbiamo trovato molte informazioni nel sito https://camminoterremutate.org comprese le tracce GPS; queste ultime sono necessarie in quando non esiste una segnaletica nel posto (salvo rari casi).
Nel trekking di 3 giorni abbiamo scelto di partire da Norcia per arrivare ad Amatrice, passando per Castelluccio ed Accumuli, tutti posti duramente colpiti dal sisma e tutti paesaggi stupendi.
Vedi programma del viaggio
Giovedì 18 aprile 2019 – giorno 1 – da Norcia a Castelluccio – km 16
Parcheggiamo le auto a Norcia vicino ai prefabbricati che ospitano Comune e Vigili Urbani. Attraversiamo Norcia e facciamo spesa di panini in una delle numerose norcinerie del centro. La cittadina mostra una certa vitalità, pur con le distruzioni evidenti, prima fra le quali la Basilica di San Benedetto. Ma, come ci farà notare l’autista del pullman che il terzo giorno ci riporterà a Norcia, molte strutture (case, hotel), apparentemente in buono stato, sono inagibili.
Il cammino inizia fuori della Porta Ascoli ed è segnalato con il logo del Cammino delle terre mutate. Si inizia a salire e così sarà per molto tempo; Norcia è infatti a 604 m slm e dovremo valicare a 1600 m. La giornata è bella ma piuttosto ventosa. Verso le 12.30 siamo a oltre metà salita; approfittiamo di un punto del sentiero protetto dal vento per fare una breve sosta pranzo. Verso le 13,30 ripartiamo; arrivati al valico godiamo dello stupendo paesaggio: prati di pascolo, il pian grande di Castelluccio ed il monte Vettore innevato di fronte a noi; sullo sfondo si intravede Castelluccio. Troviamo ancora residui di neve. Scendiamo nella piana dove vediamo solo pascoli di cavalli e mucche. Con una salita finale raggiungiamo Castelluccio verso le 16. Prendiamo possesso nelle strutture prenotate (Monte Veletta). Passeggiando per Castelluccio è angosciante vedere quando poco sia rimasto del borgo originale; montagne di detriti non ancora asportati e qualche segno di ricostruzione; certo, immaginiamo, non sarà semplice la ricostruzione anche perché gli abitanti stanziali erano pochissimi e la maggior parte erano seconde case per vacanze. Ma speriamo che negli anni questo borgo, unico nel suo genere soprattutto per il contesto, possa riprendere una parvenza di paese. Dopo cena alcuni di noi escono per osservare il paesaggio sotto la luna piena.
Venerdì 19 aprile 2019 – giorno 2 – da Castelluccio ad Accumuli – km 26 (30 in realtà per arrivare a Illica)
Fatta la colazione, prendiamo i panini nel bar in piazza; da accordi presi il pomeriggio precedente, il gestore apre in anticipo (alle 8,30) portando il pane fresco da Norcia appositamente per noi (siamo in 21).
La tappa originale del cammino prevede di andare verso Arquata; noi scegliamo la variante per Accumuli per abbreviare di un giorno e riuscire ad arrivare a Amatrice.
Il percorso attraversa tutto il Pian Grande; la giornata è molto bella e ci fa apprezzare maggiormente la bellezza del paesaggio attraversato. Alla fine della piana il percorso sale piuttosto ripidamente a Forca Canapine; da qui, passando vicino ad impianti di risalita che sembrano in stato di abbandono, prosegue verso i Pantani di Accumuli, laghetti intorno ai quali c’è bestiame al pascolo; il paesaggio è sempre stupendo; la temperatura buona anche se la giornata è piuttosto ventosa. Verso le 13,30 ci fermiamo sul prato, in un posto riparato dal vento, godendo del paesaggio, del sole e dei buoni panini acquistati a Castelluccio. Siamo ancora abbastanza in alto (circa 1500 m slm) e, da qui, il percorso comincia a scendere; verso le 16,00 siamo nei pressi di Accumuli, dunque piuttosto vicini alla meta (nel nostro caso Illica, 2 km dopo accumuli, al b&b Lago Secco). In realtà, il percorso che mi ero disegnato nella mappa attraversava il centro di Accumuli; invece il paese, interamente distrutto, è tutto Zona rossa e presidiato dall’esercito; ci viene dunque proibito l’attraversamento e dobbiamo fare una lunga deviazione seguendo la strada asfaltata che scende alla Salaria e camminando per un paio di km sulla Salaria, strada di traffico veloce. Verso le 18, dopo circa 30 km di cammino, raggiungiamo Illica; un tempo era un piccolo borgo con case, una piazzetta con una fontana al centro; di tutto questo resta la fontana (vedi il sito illicabella.org); il resto è vuoto o detriti; Lago Secco era un tempo in una struttura muraria: ora è dotata di alcune case-mobili (tipo grandi roulotte) e la ristorazione viene gestita all’interno di una tensostruttura. Viene gestito dalla signora Clementina con le due figlie Sara e Marianna e l’accoglienza è ottima! Ci viene cucinata una cena semplice ma gustosa, preparata con poche strutture che la signora e le figlie stanno coraggiosamente rimettendo insieme per cercare di far ripartire l’attività. Anche questo pernottamento serve per farci rendere conto di come questi abitanti hanno vissuto e, in alcuni casi, tuttora vivono. Il nostro gruppo vive comunque con grandi capacità di adattamento e mantiene la sua allegria concludendo la cena con danze popolari per tutti!
Sabato 20 aprile 2019 – giorno 3 – da Accumuli a Amatrice – km 16
Consumiamo la colazione nella tensostruttura a base di un tipico dolce pasquale che la signora aveva preparato. Ci attardiamo alla partenza in quanto ci fermiamo ad ascoltare i racconti della signora, pressata dalle nostre domande, sulla situazione del dopo-sisma.
Verso le 9 iniziamo il cammino cercando il vecchio sentiero che da Illica scende alla Salaria; ci avevano detto che era chiuso dalla vegetazione (non ci passa più nessuno) ma noi, ostinati, lo percorriamo; questo inizia in mezzo ai ruderi e, pur dovendo spostare qualche rovo, riusciamo a percorrerlo piuttosto agevolmente; è molto bello in quanto si tratta di un evidente sentiero antico contornato da muretti a secco. Arrivati in basso, vicino la Salaria, un anziano signore vuole farci vedere la casa dove abita con la moglie; si tratta di uno spazio di 40 mq, parte di un modulo abitativo. E’ contento della sistemazione, che giudica buona ed efficiente; la sua casa era di 200mq ma, come ci dice sorridendo, hanno salvata dal terremoto la cosa più importante: la vita!
Per collegarci con il sentiero dobbiamo attraversare una piccola parte di zona rossa, ovvero di macerie e mura pericolanti. Dopo pochi km di asfalto il percorso devia a sinistra con una lunga salita segnalata dove Amatrice viene indicata con 5 ore e mezza! In realtà noi, che non siamo veloci, ne impiegheremo una in meno. Il cammino attraversa belle campagne, alternandosi fra strade, strade bianche e sentieri. Passiamo avanti al santuario Santa Maria della Filetta, ancora intatto ma completamente abbracciato da fasciature in legno che lo sostengono. Ovviamente è chiuso. Il cammino scende al fiume ed a tratti lo fiancheggia. Arrivarti al borgo Cornillo Vecchio, o meglio ai resti del borgo, completamente danneggiato, invece di seguire la traccia gps seguiamo le vecchie segnalazioni CAI (pentendoci della nostra scelta) ed attraversiamo il borgo, zona rossa ma non transennata né presidiata; case squarciate, automobili sotto le macerie: sembra che il terremoto sia stato pochi giorni prima. Scesi al fiume in un punto dobbiamo guadarlo. Arriviamo alle porte di Amatrice, zona rossa presidiata; seguiamo dunque il sentiero che passa di fianco ad Amatrice e risale dalla parte opposta, dove è stata costruita la zona commerciale, con ristoranti e negozi. Pranziamo nel ristorante la Conca, che avevo prenotato, dove gustiamo un’ottima amatriciana in un tavolo apparecchiato all’aperto. Alle 16,30 arriva il pullman che avevo prenotato per il ritorno a Norcia. Partiti, il pullman attraversa quello che era Amatrice; una cittadina della quale è rimasto il nulla; spianate e/o detriti; si intravede qualche resto di chiesa tenuta su da rinforzi con il progetto di tenerle in vita e restaurarle un domani!
Torniamo a Norcia passando per strade montane e Città Reale; il pullman non può infatti attraversare la galleria Arquata-Norcia, riaperta ma proibita a mezzi di peso superiore a 35 q.
Siamo felici della bella esperienza: contiamo di fare prossimamente le ultime 4 tappe che arrivano a L’Aquila.
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