Se i parecipanti iscritti
fino alla sera prima dell'uscita sono 1 o nessuno l'appuntamento
non è da considerarsi valido
Orari Siamo partiti intorno alle 10,30 da Sant’Anatolia e siamo arrivati a Spoleto intorno alle 13,00 (siamo però stati fermi almeno 30’ a causa di un grave inconveniente meccanico (rottura forcellino cambio posteriore) alla bici di uno dei partecipanti, il quale ha visitato molto bene la trattoria vicino a dove abbiamo lasciato le macchine.
Percorso inverso, da Spoleto partenza alle 15,00 e arrivo a Sant’Anatolia alle 16,30 circa.
Note Su quasi tutto il percorso ferroviario ma soprattutto all’interno delle gallerie, il fondo è molto insidioso a causa dei grossi ciottoli della massicciata ferroviaria.
Ho letto in qualche sito che il percorso è fattibile anche con una “robusta city-bikeâ€Â... io personalmente consiglierei di farlo...neanche ad uno che mi sta antipatico!
Dei buoni faretti per le gallerie sono indispensabili.
Tutti i viadotti sono protetti con dei parapetti nuovi (anche se da qualche parte ho letto che su alcuni non ci sono protezioni).
Hanno partecipato Gruppo Ruota libera di Moie di Maiolati
Resoconto Abbiamo fatto il percorso al contrario da come viene normalmente descritto, ovvero in direzione Norcia - Spoleto partendo però da Sant’Anatolia di Arco.
Da qui infatti inizia il tratto più spettacolare del percorso, quello dei viadotti e delle gallerie.
Da qui a Spoleto, abbiamo percorso circa 17 Km.
Arrivando da Norcia, abbiamo parcheggiato le macchine in prossimitàdi un incrocio stradale, nei pressi del quale è ben evidente un piazzale davanti ad un Alimentari-Bar-Trattoria-Albergo.
Attraversato l’incrocio, in direzione Spoleto, subito a destra, inizia a salire una stradina asfaltata (abbastanza ripida).
Fatti poche decine di metri, a sinistra, davanti ad una casa senza recinto, si entra su un sentiero che passa a sinistra della casa.
Fatti 100-200 m ci si rende subito conto di essere sul percorso della vecchia ferrovia, dalla presenza sul fondo stradale dei grossi ciottoli appartenenti alla massicciata ferroviaria.
Questa è l’unica galleria completamente chiusa che abbiamo incontrato.
A sinistra di questa galleria, si prende un single-track (l’imbocco e ben visibile) che inizialmente inizia a scendere ed è tutto in contropendenza.
100 m e ci si ritrova sul tracciato ferroviario, voltandoci verso destra, c’è l’uscita della galleria, chiusa anche da questo lato.
Da qui si inizia a salire dolcemente fino a trovare la prima lunga galleria che ha un andamento a spirale (ma quando sei dentro e difficile rendersene conto).
Si esce e si trovano in successione altre quattro gallerie.
Le gallerie si alternano a viadotti spettacolari per la loro altezza e per la vista di cui si gode.
Salendo ci si trova continuamente al di sopra di tratti giàpercorsi e se alzi lo sguardo, sei sotto ad un viadotto dove passerai tra poco.
E’ un intreccio di ponti e gallerie.
Poco dopo aver percorso la penultima e più corta delle gallerie, si è in prossimitàdel valico.
Questo però si trova all’interno dell’ultima ma la più lunga delle gallerie (quasi 2 Km), quella di Caprareccia.
Questa galleria è tutta dritta, ma essendo appunto sul valico ad un certo punto non si vede più ne l’imbocco ne l’uscita.
Usciti da questa dunque, si è giàin discesa.
Dopo 1 km circa, si attraversa una stradina asfaltata e ci si trova davanti alla stazione di Caprareccia.
Abbiamo proseguito ancora un po’ fin ad arrivare ad un viadotto.
Qui c’è un cancello “semiapertoâ€Â, si supera, ma alla fine del viadotto c’è un ulteriore cancello chiuso con tanto di cartello “proprietàprivataâ€Â.
Siamo dunque tornati indietro fino alla stazione di Caprareccia.
Da qui si può scendere a Spoleto sulla strada principale asfaltata (sono circa 6 km).
Ci siamo concessi un piatto di “strangozzi al tartufo†e un dolcetto alla trattoria Lo sportellino (a destra poco prima dell’arco che delimita probabilmente il centro storico di Spoleto.
Abbiamo poi ripercorso a ritroso lo stesso percorso.