Bosnia Erzegovina 2013
Da Castelplanio-Cupramontana (AN) a Bihac (Bosnia) ... e ritorno
Verso Bihac (andata)
Io e Alberto, per il viaggio in Bosnia, abbiamo scelto la formula “all bike”, ovvero siamo partiti da casa (e tornati) in bici. Appuntamento il 13 agosto nel pomeriggio alla volta di Ancona dove, dopo una cena frugale a base di pane (casereccio) e prosciutto (nostrano) ci imbarchiamo alla volta di Zara. Traversata fredda, non per le condizioni meteo quanto per un’aria condizionata sparata “a palla”, e piuttosto scomoda (poltrone rigide non reclinabili).
Alle 6.30 iniziamo a pedalare da Zara. In periferia cerchiamo un bar per fare colazione ma scopriamo che i caffè fanno solo caffè e non hanno da mangiare. Dopo il quarto tentativo riprendiamo dunque gli avanzi del pane e prosciutto della cena. La strada è inizialmente abbastanza trafficata e così sarà fino al raggiungimento dell’autostrada (circa 15 km).
Il problema maggiore sarà però il vento; la giornata è assolata ma c’è un forte vento da nord che ci accompagnerà, o meglio perseguiterà, tutto il giorno. Alcune raffiche laterali ci mandano addirittura fuori strada. Nella lunga salita di 14 km che si incontra 40 km dopo Zara siamo spesso costretti a pedalare con il rapporto più corto anche se la pendenza non supera il 5%.
Verso le 14. dopo aver percorso 68 km, raggiungiamo il primo centro abitato, Gracac, dove in un supermarket ci rifocilliamo con qualcosa di fresco. Ripartiamo seguendo la strada trafficata direzione nord (e quindi contro vento). Dopo 15 km deviamo per una traversata interna verso Mazin; la Croazia è molto brulla e aspra; in questo tratto è praticamente deserta. Troviamo una fonte fresca in cui ci riforniamo e poi iniziamo a salire per superare un valico a 1100 m slm. Verso le 18 siamo a Donji Lapac; abbiamo percorso 122 km e siamo veramente stanchi.
Pernottiamo da un affittacamere e dopo una ricca cena al ristorante del paese andiamo a dormire.
La mattina, dopo aver consumato una semplice colazione che ci ha preparato la signora delle camere, ripartiamo. Incontriamo una decina di giovani cicloturisti ungheresi che, con le bici stracariche (hanno anche la tenda) viaggiano alla volta delle coste croate dove si fermeranno al mare per qualche giorno; grande ammirazione per questi ragazzi!
Percorriamo con molta calma i 40 km che mancano a Bihac, gustando il paesaggio agreste della zona attraversata. Dopo circa 20 km siamo alla frontiera: si tratta di una frontiera di montagna dove oltre noi due ed il doganiere ci sono un paio di cani. Entrati in Bosnia la strada offre un bel panorama sul corso del fiume Una. Siamo contenti di essere in Bosnia e cominciamo a pregustare quanto vedremo nei giorni a seguire. Verso le 13 siamo a Bihac.
Verso casa (ritorno)
Il viaggio di ritorno scorre molto più velocemente. Partiti alle 7 da Bihac con una giornata nuvolosa e fresca (circa 15°); verso le 13 abbiamo già superato tutti i valichi impegnativi ed abbiamo percorso 120 km; non c’è vento e quel poco è a favore. Ci permettiamo un semplice pranzo in un ristorante lungo la strada.
Gli ultimi 40 km avremo un’aria afosa con la temperatura sui 37° che ci costringerà ad una tappa per rifocillaci con una fresca Radler.
Alle 16.30 siamo a Zara, dove troviamo un cielo azzurro ed una fresca ventilazione marina. Trovata una camera privata in centro, rilassati, facciamo i turisti per il resto della serata.
La mattina successiva, dopo una visita ai vivaci mercati di ortofrutta e pesce, ci imbarchiamo alla volta di Ancona. La traversata dura solo 6 ore. Al porto di Ancona abbiamo una graditissima sorpresa: ci sono Edoardo e Valentina ad attenderci con due cartelli che ‘testimoniano’ la nostra ‘impresa’. Ci fanno qualche foto, ci offrono il gelato poi ripartiamo alla volta dei nostri paesi; verso le 21, con le luci nella bici, concludiamo con grande gioia e soddisfazione il nostro viaggio. |