CICLABILE DELLA
DRAVA - AGOSTO 2006 (chiudi)
Osservazioni dei partecipanti
Pensieri, riflessioni, considerazioni di…
Nazzareno
Che dire di questa vacanza!? Cominciata sotto la pioggia ed al fresco,
in un alloggio con bagni insufficienti e semibui!... Ma subito ha preso
un buon avvio, in crescendo. A cominciare dalla gustosa colazione del
primo giorno nella piazzetta di Sillian. A cominciare dal sole, che ha
prosciugato tutta l’aria umida che ci ricopriva. Certo abbiamo sofferto
ancora un po’ di pioggia o timore della stessa, ma poi il bel tempo
ha avuto il sopravvento permettendoci di gustare la bellezza del verde
paesaggio austriaco, particolarmente dei laghi della Carinzia dove non
abbiamo mancato di bagnarci (e tuffarci!). Permettendoci di pedalare sereni,
eccetto quando abbiamo incontrato improvvise salite o ripide discese sterrate.
Così la vacanza è proseguita bene, tra vallate, paesini,
città e comodi alloggi nonché persone gentili, fino alla
conclusione all’ostello di Velden che tutti noi adulti abbiamo ammirato
per la bellezza mentre i ragazzi lo hanno ammirato particolarmente per
la calda piscina interna.
E la compagnia!? Socievole e simpatica, a cominciare dalle piccole pesti
fino agli ultra………nni! Tutti abbiamo pedalato concordi
e divertiti (ogni tanto ‘scatenati’).
Che dire di questa vacanza? Mi è piaciuta e mi ha rigenerato!
Un saluto ed un ringraziamento a chi ha organizzato ed a tutti i partecipanti.
Arrivederci a presto!
Nazzareno.
Paolo
Prima di partire
Prima del viaggio ero molto preoccupato: il gruppo non riusciva a ben
definirsi fra aggiunte, cancellazioni e " … te lo dico
fra un po'…"; una volta definito il gruppo era, come sempre,
numeroso (23 persone) e c'erano persone nuove, cosa che preoccupa sempre;
cominciava inoltre ad essere tardi per le prenotazioni.
Quando ho iniziato a cercare posti per dormire, chiedendo aiuto a chi
conosce le lingue (Tommaso, per esempio) ho riscontrato grandi difficoltà
per alcune città dove, oltretutto, non esistevano ostelli.
Poi è intervenuta una provvidenza di nome Dieter: amico
di Manuela, tedesco che vive a Senigallia, persona estremamente disponibile!
Grazie a Dieter è stata completata la prenotazione per tutte e
23 le persone … poi, in realtà, siamo partiti in 24, ma questo
non è stato un problema.
Altra ansia prima della partenza è stata sulla scelta del trasporto
di Simona (quasi 8 anni): bici propria o cammellino? Messa alla prova
sul circuito Jesi-mare (e ritorno) abbiamo optato per bici propria, adattandole
la ex-bici di Luca P. … ma con la preoccupazione "ce la farà?".
E poi il tempo…lo scorso anno avevamo preso tanta acqua e, le poche
previsioni viste, non annunciavano niente di buono…
Viaggio effettuato
E' andata benissimo … forse uno dei viaggi più belli!
Il tempo ci ha assistito (solo poca pioggia e freddo i primi due giorni),
il gruppo ha funzionato perfettamente e i nuovi entrati si sono inseriti
discretamente condividendo sempre le scelte comuni; le bambine (Silvia
e Simona) sono state stupende ed hanno pedalato energicamente e con passione
per tutti i 330 km, superando anche con grinta le brevi salite del percorso.
Ottimo l'affiatamento del gruppo giovani, sempre vivace, allegro, disponibile…
Ottima la sistemazione in ogni posto in cui abbiamo pernottato.
Bellissima la Carinzia, regione ricca di acque … oltre la bellezza
della Drava, che da piccolo torrentello diventa, strada facendo, fiume
maestoso, ci sono i laghi, inseriti in bellissime cornici, balenabili,
puliti; poi tanto verde, campagna, montagne, vallate: veramente abbiamo
provato il gusto di pedalare guardandosi intorno …
Giunti al quinto anno del viaggio il gruppo ha poi raggiunto una sua maturità
che permette, fra l'altro, di dividersi per poi incontrarsi: giunti in
un posto tappa ci si da un appuntamento per evitare di condizionarsi e
limitarsi a vicenda… e questo ha sempre funzionato e con puntualità
ci siamo sempre ritrovati.
Certo il gruppo numeroso a volte pone delle limitazioni: ricordo la richiesta
di Michele che, usciti da Klagenfurt, propose la visita ad un'abbazia
poco distante dalla nostra strada! Ma, in quel caso, trovandomi a guidare
questa lunga colonna ciclistica oltretutto in una strada trafficata (unici
km non ciclabili del percorso) in un momento in cui pensavo di aver perso
il riferimento nella carta e non sapendo con precisione la qualità
e la quantità della strada necessaria per raggiungere l'abbazia
ho deciso di non fare la deviazione: decisioni difficili, anche impopolari
(ma d'altra parte anch'io avrei gradito la visita all'abbazia!) ma necessarie
in un gruppo numeroso e così assortito; pedalando in prima posizione
con l'occhio sullo specchietto retrovisore guardavo sempre con piacere
e preoccupazione la lunga coda ed ogni mossa falsa (fermata improvvisa,
cambio direzione, errore nella scelta del percorso) era veramente tragica:
tamponamenti a catena, invasione della strada,…
Se il gruppo numeroso da un lato è un problema dall'altro è
però bello! Porta con sé vivacità, allegria, varietà
e … originalità! Siamo il gruppo più numeroso che
viaggia in questo modo! Non ne abbiamo mai incontrati altri e, per questo,
tutti salutano allegramente il nostro passaggio, caratterizzato oltre
che dalla quantità anche dalla qualità! Bici semplici, coperture
economiche (la maggior parte buste di plastica…comunque di diversi
colori), piuttosto confusionari: insomma non era difficile individuare
che eravamo italiani!
Conclusione
Se il gruppo ha ringraziato me per l'organizzazione, io ringrazio il gruppo
perché mi permette di vivere ancora questi bellissimi viaggi con
la famiglia, con amici lontani (penso ai padovani, con i quali solo grazie
a questa occasione sono riuscito a mantenere i contatti) e vicini! E'
forse l'unica occasione in cui riesco a condividere la mia grande passione
ciclistica con tutti!
Gianni
La natura!
Sì, quest’anno la natura mi ha affascinato più di
ogni altra cosa, più degli austriaci e più dei caratteristici
paesi incontrati lungo il percorso.
Un purpourri di elementi che nessun altro precedente itinerario mi aveva
offerto.
Innanzitutto le montagne che incombevano con la loro maestà
sin dalle prime ore del viaggio. Per opportunità, ma anche volutamente,
ho attraversato le Dolomiti (scelta che poi si è rivelata migliore
rispetto al Brennero). Dall’auto carica di bici (sette!) - appena
la strada me lo permetteva - osservavo quelle vette … l’Antelao,
il Pelmo, le Tofane, le Tre Cime di Lavaredo, da sempre lì a ricordarci
quant’eravamo piccoli, ma nello stesso tempo coraggiosi e talvolta
anche un po’ incoscienti a volerle scalare, o solamente percorrere
a piedi, o discenderle con gli sci.
Lungo le vallate della Pusteria, della Drava e della Rosental, montagne
sconosciute dai nomi impronunciabili, altrettanto belle, talvolta innevate,
mi invitavano a conoscerle, con richiami irresistibili di sentieri rocciosi
o piste erbose che si snodavano dalla vetta al fondovalle.
Poi l’acqua, in tutte le sue forme.
In alto, 3000 metri più in su, i nevai e ghiacciai!
A valle i torrenti e i fiumi – 1000 ne conta la Carinzia - con la
Drava, così sconosciuta ai più, ma nello stesso tempo così
grande. L’abbiamo visto nascere ancora italiana ed era poco più
di un ruscello. E’ cresciuta austriaca, trasformandosi a tal punto
da sembrare talvolta un lago. Ne abbiamo immaginato anche la morte, oltre
i confini della Slovenia e della Serbia, tra le anse del Danubio ungherese
e rumeno.
E i laghi!
Ve ne sono 1270: compaiono all’improvviso da ogni dove. I più
famosi (MittelstatterSee, WhorterSee..) sono anche balneabili, navigabili,
ciclabili … con la riva Nord antropizzata, nell’ordine, da
pontili, spiagge d’erba, viali pedonali, strade, linee ferroviarie
ed autostrade, dove si concentrano la maggior parte degli insediamenti
e delle attività. La riva Sud invece più deserta, ma ugualmente
affascinante, con boschi fittissimi che lambiscono le rive, impraticabili
e inavvicinabili ai più.
Inoltre la terra: scura dell’umus, vecchio di secoli di
vegetazioni decomposte; ricca di mille essenze, dalle svariate tonalità
di verde elettrico, dalle irrorate acque che la intersecano in ogni direzione;
feconda di frutti e ortaggi coltivati in ogni suo lembo, anche il più
scosceso; scandita dalle opere dell’uomo, : altrettanto lento è
stato anche il nostro pedalare attraverso di essa.
E infine l’aria!
Com’era gelida sotto la pioggia battente sulle discese da S.Candido
a Sillian!
Nonostante il sole del mattino, la mattina successiva già ci faceva
gocciolare il naso, da tant’era frizzante!
Mentre al sole del meriggio, ai più temerari, usciti dall’acque
gelide del MittelStatterSee, l’aria del lago faceva venire la pelle
d’oca.
Per non dire dell’ultimo giorno di viaggio, in un crescendo di giornate
di sole, quando l’aria calda della sera riusciva ad asciugare i
nostri corpi e i nostri indumenti, nel tratto di strada che ci mancava
per giungere all’ostello.
Manuela
Mah! Chissà perché, a me, il contachilometri dice che abbiamo
fatto 370 km! Quello di Paolo 330! Ovviamente uno dei due deve dire il
falso: o Paolo si è “perso un giorno” o io me ne sono
“sognato” uno in più! Altrettanto ovviamente Paolo
“non sbaglia mai”! La conseguenza logica è che me lo
devo essere sognato io! Però è stato proprio un bel sogno.
All’altezza di tutti quelli precedenti…
C’era un lago nel sogno, ed è stato relativamente complicato
raggiungerlo visto che abbiamo sbagliato strada parecchie volte, ma una
volta raggiunto… era bello, piccolo, con l’acqua verde, un
gioiellino! Si chiamava Klopeiner See quel laghetto nel sogno! Con tante
casette e prati verdi che lo delimitavano, una ciclabile (da sogno, è
naturale) che gli girava intorno e passava anche attraverso un bel boschetto
che quasi “cadeva” dentro il lago. Nel tratto dentro il boschetto
ci siamo fermati a pranzare e, orrore di tutte le mamme presenti (eccetto
ovviamente Cristiana che non ha paura di niente al pari della sua figliola
più piccola!), subito dopo (questa cosa ovviamente si può
fare solo nei sogni!) abbiamo fatto il bagno in quell’acqua limpida,
cristallina e anche moderatamente calda per un laghetto di montagna. Ma,
appena usciti, ORRORE! (questa volta di tutti) c’era una NESSIE
con noi nel lago! Faceva anche lei il bagno ed è venuta a salutarci,
ma senza uscire dall’acqua.
Noi vedevamo, eccitati, le bolle del suo respiro, distanziate, doveva
essere grande quel suo naso... esplorava a 5 o 6 metri dalla riva.
Ser Carlo, il cavaliere più coraggioso, è rientrato in acqua
per salutarla ma lei, saggiamente, ha fatto dietro-front ed è ritornata
indietro, allontanandosi, con grande disappunto dell’ardimentoso
cavaliere e del suo seguito.
Non c’erano né Paolo né altri del gruppo in questo
sogno, ma chissà se quelli che c’erano si ricordano di avere
fatto un sogno simile al mio?
(chiudi)
|