Racconto
La penultima tappa si svolge il giorno di ferragosto. A Fabrizia, primo paese incontrato, troviamo un negozio alimentari aperto e ci facciamo fare dei panini. Saliamo in montagna per bellissimi boschi; ma troviamo un assalto di ogni spazio con auto parcheggiate ovunque e fuochi accesi per iniziare la cottura della carne. Segnaliamo alla forestale la presenza decisamente inopportuna dei fuochi nel bosco; ci rispondono alzando le spalle che non possono farci niente. Nei pressi di Ninfo incontriamo una festa religiosa con la madonna in processione; bancarelle, persone e auto a non finire; facciamo fatica a passare con le bici. Proseguiamo alla ricerca di uno spazio nel bosco per mangiare dopo aver trovato però una fontanella. Riusciamo a trovare l’acqua ed uno spazio adatto poco prima di Canolo e facciamo sosta pranzo. Ripartiamo e dopo qualche saliscendi la ciclabile scende per Canolo nuova. Anche qui gran traffico di macchine con musiche a volume altissimo. Avevo preparato la traccia gps che ci portasse al villaggio Zomaro; ci arriviamo seguendo uno stretto sentiero nel bosco affiancato da molti rovi. Arrivati al villaggio andiamo in una specie di ostello; c’erano molti giovani con musica ad altissimo volume. Pensavo che questo fosse il posto che avevo prenotato; invece mi sbagliavo; dobbiamo a arrivare a Zervò, che dista ancora 18 km. Fortunatamente i km in più sono sulla ciclovia calabra e accorciano il tratto del giorno successivo. Arriviamo verso le 18 a Zervò e troviamo un caos di macchine, persone, bancarelle e moto che sfrecciano impennando senza casco; il caos (questo è il ferragosto in montagna). Raggiungiamo la struttura* prenotata e ci rilassiamo bevendo qualche birra. A cena ci raggiungerà a sorpresa Salvo, nostro compagno di viaggio a Sarajevo; si trova a Messina ospite dei suoi genitori e ci raggiunge in bici. * Zervò 89056 Santa Cristina d'Aspromonte RC Franco +39 339 369 8601 |