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Il Danubio da Passau a Vienna (n. 4)

Passau - Inzell - Linz - Grein - Melk - Vienna


inserito da
paolo di castelplanio (an)
nazione
Austria

periodo del viaggio
dal 14 al 20 agosto 2005

durata (giorni)
7


da
Grein

a
Melk

km
50


17-08-2005 (4)



Racconto
Cronaca, a cura di Paolo U.
Al risveglio subito alla finestra: nebbia e pioggia! Cominciamo a farci l’abitudine e, comunque, pur con qualche disagio in più, abbiamo verificato che è possibile procedere ugualmente.
In compenso le bambine stanno meglio. Prima di colazione faccio due passi nel prato osservando caprioli che escono tranquillamente dal bosco.
La colazione è ottima; tutti prodotti di casa: burro, formaggio, marmellate…
La signora ci riaccompagna in paese (a Grein). Visto che sembra aver cessato di piovere ne approfittiamo per visitare la cittadina. Facciamo dunque una passeggiata nel castello che sta nella parte alta e poi visitiamo il graziosissimo teatrino che sta nella piazzetta del centro (oltretutto pagando l’ingresso con un prezzo scontatissimo visto che siamo gli unici turisti…che girano con quel tempo).
Verso le 10 dobbiamo organizzarci per procedere. Sta ricominciando a piovere e le bimbe stanno meglio ma non in ottima forma e non è il caso di esporle a freddo e acqua. Fortunatamente di mercoledì passa il traghetto che va da Passau a Vienna e che fa scalo a Grein e a Melk; naturalmente carica le bici per cui oltre la metà del gruppo opta per la mini-crociera nel Danubio.
Noi adulti irriducibili ci copriamo e partiamo sotto la pioggia. Oltretutto la ciclabile del lato destro del fiume, quella che avremmo dovuto percorrere, è stata chiusa per pericolo allagamento; il Danubio è proprio al limite e potrebbe esondare da un momento all’altro. Siamo dunque costretti a proseguire nel lato sinistro in una ciclabile che fiancheggia una strada trafficata … e con pioggia forte! Ma non ci scoraggiamo. Nei pressi di Persenbeug attraversiamo il ponte e ripassiamo nella sponda destra a Ybbs. Qui ci fermiamo a mangiare soliti panini e poi ripartiamo alla volta di Melk per raggiungere il resto del gruppo.
Gli altri, godutasi la crociera, appena arrivati a Melk raggiungono la pensione prenotata e si informano per gli orari di visita della famosa abbazia.
Ci ricongiungiamo alle 17 e 30 giusto in tempo per visitare l’interno dell’abbazia.
Poi a cena presso la pensione … veramente si tratta di un convento gestito da suore con delle camere per turisti: noi abbiamo tutto l’ultimo piano. La cena è alle 18.30 (per una concessione straordinaria ottenuta da Roberta dopo lunghe trattative con la suora: altrimenti sarebbe stata alle 17.30-18).
Dopo cena usciamo per fare due passi al centro: siamo gli unici in giro (l’ora? Il tempo?); Simona e Luca ne approfittano per rincorrersi lungo le strade … e dopo un po’ non li vediamo più: avevano involontariamente seguito il gruppo giovani che aveva preferito rientrare in camera.
Completata la visita notturna un forte acquazzone sollecita il nostro rientro!
(Pension Stifblick-Herberge Zum Gottlichen Erloser- 0043 2752 52346 +4 fax € 20 pernottamento + prima colazione. Cena € 6).

Appunti di Paolo D.
La nebbia che avvolge i pini che delimitano la radura attenua e addolcisce anche il nostro risveglio. Il cielo è sempre carico e una pioggerellina fine bagna i caprioli che hanno osato oltrepassare il limitare del bosco alla ricerca di erba tenera. Il paesaggio è così incantato da far dimenticare che anche oggi probabilmente pedaleremo sotto la pioggia.
Alle 8 troviamo già la tavola imbandita di salumi, marmellate fatte in casa, uova sode e ogni altro ben di Dio che la signora Anna Tinschert continua a portarci ad ogni nostra richiesta dalla cucina.
È con nostalgia che lasciamo questo angolo di paradiso portandoci nel cuore la gentilezza e l’energia di questa donna che ci ha accolto e che con il suo fuoristrada ci conduce in città. In basso ci attende un Danubio minaccioso. Le notizie sembrano essere preoccupanti. Un lato del fiume è già chiuso e ci viene consigliato di seguire la sponda sinistra per poi spostarci su quella destra. Caricate le bici non possiamo tralasciare la visita della bella cittadina di Grein. Contrattato lo sconto per la visita al più antico teatro di Austria, saliamo prima al castello che domina la cittadina. Ci accoglie un ampio cortile sormontato da tre ordini di logge «aggraziate» da trofei di cervi; peccato per le finte balaustre. Ritorniamo in basso e ci lasciamo avvolgere dal calore del piccolo teatrino. Ci siamo appena accomodati sulle antiche seggiole che l’addetta alla biglietteria, impietosita di noi, gentilmente ci spiega la storia e i segreti (non ultimo un originale gabinetto chiamato il posto segreto) del piccolo gioiello. Veniamo così a scoprire il significato del nome del paesino: Grein vuol dire pianto. Tale nome è dovuto alle numerose vittime che il fiume, causa la difficoltà della navigazione in quel punto dovuta a secche e massi, aveva provocato. Ci mancava anche un funerale che Maria incontra all’uscita della chiesa per sollecitarci a lasciare, sotto una pioggerellina, questo luogo divenuto un po’ sinistro.
Il gruppo si divide. Quattordici continuano in bici, mentre gli altri, malati in primis, optano per la crociera tra le ribollenti acque del Danubio.
La pedalata è tranquilla, ma ci pensano le minacciose acque del fiume a renderla più eccitante. Subito dopo il paese di Grein la montagna si restringe e lì i vortici del fiume fanno un po’ paura. Chissà come se la passeranno quelli che li affronteranno in battello fra due ore!
Più avanti, dopo aver ricevuto un ulteriore affluente, ad un tratto le acque lambiscono la ciclabile. Per fortuna che il riaprirsi della vallata ci fa tirare un sospiro di sollievo. Ricevute via sms dai battellieri – che intanto sono giunti incolumi a Melk – notizie sull’orario di visita del monastero della città, acceleriamo il passo. Giungiamo alla cittadina alle 16 in tempo per acquistare i biglietti e, aiutati dalla guida un po’ insistente nell’accertarsi della nostra effettiva comprensione delle sue spiegazioni, gustare la grandiosità del complesso ancora abitato da 33 monaci benedettini. Restiamo un po’ perplessi per l’utilizzo di gran parte delle stanze visitabili a museo con apparati tecnologici moderni. Per fortuna ci immergiamo nella vita culturale dei monaci oltrepassando la porta che ci introduce nella maestosa biblioteca. Scaffali enormi ci sovrastano facendoci palpare il peso della cultura.
Visitata la chiesa, rimandiamo al mattino seguente la visita dei giardini. Sistemate alcune biciclette le cui catene erano state fatte cadere dai particolari portabiciclette, raggiungiamo il convento che ci ospiterà. L’impressione non è delle migliori. Anche l’ospitalità delle reverenda madre pecca un po’ nei confronti dei dettami evangelici. Devo dire che lo spirito di adattamento del gruppo è veramente grande: minestrina pepata, polpettone con riso in bianco tentano di farci recuperare un po’ di energia.
Il tempo di uscire per prenderci un’ultima pioggia e poi tutti a letto a notte fonda: sono le 21,30! Domani ci aspetta il sole e la zona dei vini. Addio birra!