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Montenegro, Bosnia Erzegovina e Croazia 2012 (n. 23)

Montenegro, Bosnia Erzegovina e Croazia


inserito da
marco di bergamo (BG)
nazione
Montenegro, Bosnia Erzegovina e Croazia

periodo del viaggio
dal 05 agosto al 15 agosto 2012

durata (giorni)
10


da
Herceg Novi

a
Dubrovnik (vicinanze)

km
75


07-08-2012 (3)


* * *

Racconto
E siamo a martedì 7 agosto quando ripartiamo per l'ultimo breve tratto montenegrino ed entrare nel primo tratto Croato, destinazione Dubrovnik.



Sulla carta notiamo che poco dopo la frontiera e' possibile una deviazione sulla costa evitando la strada principale affollata. Raggiungiamo la frontiera dopo una bella salita, dove Luca si getta a terra per la fatica, e dopo un paio di km in discesa ecco sulla sinistra la deviazione, in salita...

Impegnativa, lunga e calda! In cima però ci ripaga una bella vista sulla costa sottostante. Notiamo lì in cima un bivio, ma lo trascuriamo, convinti che in fondo alla ripida discesa di 4 km a Molunat, ci sia una strada costiera.



Molunat e' un gioiello e penso che se tornerò' da queste parti qualche giorno di vacanza qui li metterò senz'altro in programma.

La delusione dell'assenza della strada costiera per Dubrovnik e' notevole! Ci tocca tornare in cima alla discesa, dove c'era il bivio... Luca e' stremato, accaldato ed impreca ad ogni pedalata... Al bivio giriamo a sinistra, si sale ancora sulla costa, sotto un sole implacabile.

Raggiungiamo una casetta dove abita un anziano Croato, Marko, eccentrico ma gentile che ci ospita offrendoci acqua, riposo e due chiacchiere sul senso di abitare solitari in quel luogo. Bellissimo per un paio di giorni, ma per sempre, come scelto da lui, ci pare una sorta di eremita e ci ricorda "l'ultimo dei Templari" incontrato sul cammino per Santiago.

Si accenna nei discorsi anche alla recente guerra che ha visto questi luoghi teatro di atrocità, da parte di entrambi gli schieramenti, pochi anni or son. In effetti, negli occhi delle persone che si incrociano quasi mai c'e' un sorriso; uno sguardo duro e diffidente pare rimasto nei loro cuori.

Si riprende la pedalata, ancora con delle belle salite a mezza costa su uno splendido mare dai colori sfavillanti e con Luca che si stacca notevolmente e mostra segni di insofferenza profonda ad un ulteriore fatica.

Urge una sosta al mare, ed a una decina di km da Dubrovnik ci fermiamo per un bagnetto rigenerante.

La costa e' molto bella, ma sono tristemente presenti degli scheletri di strutture turistiche sul mare che, prima della guerra, dovevano essere un fiore all'occhiello dell'offerta turistica croata. C'e' anche una palazzina sul mare con il tetto sfondato in più parti, probabilmente dalle granate, e con la facciata "a gruviera" causata dalle mitragliatrici.

Ci sdraiamo poco distanti, ma la presenza lugubre di questi fantasmi mi fa riflettere sulla rapidità delle evoluzioni della vita.

Data la stanchezza di Luca ci si mette già alla ricerca di un alloggio per la notte, anche se, mancando pochi km sarebbe stato forse opportuno raggiungere la "perla dell'Adriatico" per visitarla di sera. Ma essendo in gruppo bisogna cercare di mediare e considerare le esigenze di tutti, specie dei più deboli.

La ricerca e' difficile, in 10, solo per una notte, non si trova nulla! Ma insistiamo e grazie all'aiuto di alcuni personaggi conosciuti sul molo e con esperienze lavorative in Italia, troviamo un intermediario che si prodiga, anche apparentemente in modo rude, e riesce a trovarci un appartamentino in collina, ben arredato e con una vista strepitosa, di proprietà di una gentile pittrice che vive facendo i ritratti ai turisti.

L'alloggio sarebbe per 4 - 5 persone, ma un po' per terra, un po' sui divani, un po' per terra sul terrazzo (la sistemazione migliore dato l'opprimente caldo anche notturno di questo periodo) ci adattiamo.

C'e' anche una bella cucina e decidiamo di prepararci una mega spaghettata. Ed allora, riscendendo la ripida collina e tornando carichi di cibo, tre "volontari" si dedicano alla spesa, mentre Patrizia, unica donna del gruppo, prepara la cena. Complice il caldo, la fatica, tre bottiglie di vino nostranello ed alcune pivo, il dopocena vede diversi di noi crollare mentre alcuni irriducibili si gettano ancora nelle infinite sfide a carte.