Dal Lago di Costanza a Strasburgo lungo il Reno (n. 3)
Rorschach See - Costanza - Schaffhausen - Lorrach - Freiburg - Strasburgo.
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Racconto
Di prima mattina vado alla ricerca del marsupio di Annalisa. La giornata è piovigginosa e nebbiosa e sembra un autunno padano. Raggiunto il ponte coperto lo percorro un paio di volte a piedi cercando con molta attenzione, poi vado a parlare con le guardie al posto di frontiera ma del marsupio non c’è traccia! Ritorno all’ostello, facciamo colazione e ci prepariamo per la partenza. Sara trova la sua bici buca, la ripariamo e partiamo ma con una certa preoccupazione: oltre al brutto tempo, osservando la mappa ciclabile rileviamo che questa presenta diversi saliscendi. In realtà i primi saliscendi li supereremo con facilità. Nella tarda mattinata riprende a piovere, anche se in modo leggero, e verso le 12.30 ci fermiamo alla stazione ferroviaria di Eglisau, sia perché Jimmy avrebbe qui ripreso il treno per Monaco, dove il giorno successivo avrebbe lavorato, sia per poter mangiare riparati nell’accogliente sala d’attesa.
Dopo mangiato salutiamo Jimmy che prende il treno, raccogliamo tutte le nostre cose pronti per ripartire; Paolo troverà nella sala di attesa 3 paia di pantaloni senza proprietario e le lascerà, giustamente, al loro posto (solo due giorni dopo scopriremo che si trattava degli unici pantaloni che Jimmy aveva di ricambio!).
Il tempo migliora, ogni tanto si fa vedere il sole, unico problema i km! Il tratto era in realtà molto più lungo di quanto avevo preventivato consultando lo stradario automobilistico (viamichelin.it). Maria comincia a valutare ed a proporre la ricerca del pernottamento a Waldshut (città tedesca di passaggio) e la disdetta dell’ostello di Brugg, anche per abbreviare il percorso del giorno successivo. Infatti Brugg non si trovava nella ciclabile del Reno ma ad una quindicina di km da Waldshut; ma cercando pernottamenti in ostello, era l’unica città vicina al Reno dove ci fosse un ostello. A Waldshut passiamo dunque il ponte sul Reno entrando in Germania. Mentre il gruppo si ferma in un bar per rifocillarsi con un gelato, io, Gianni, Paolo ed Eliana raggiungiamo il centro della città superando una ripida salita ed andiamo all’ufficio informazioni. L’impiegato, molto gentilmente, prova a cercare soluzioni economiche ma ovunque è tutto esaurito; infatti, nella bella città tedesca, in questi giorni c’è un’importante festa tradizionale: non a caso troviamo la piazza centrale tutta imbandierata! Dunque ci rassegniamo, chiediamo all’impiegato di avvisare l’ostello di Brugg del nostro ritardo, compriamo un po’ di buon pane, raggiungiamo la comitiva e ripartiamo!
Avevo valutato una quindicina di km per Brugg! In realtà il primo segnale della ciclabile dell’Aore (fiume che passa per Brugg) riporta l’indicazione “Brugg 20 km” (ne avevamo già 62 sul pedale!). Poco male, la ciclabile segue l’argine del fiume ed è bella dritta e pianeggiante. Ma dopo qualche km si allontana dal fiume e cominciano una serie di saliscendi, alcuni dei quali piuttosto impegnativi! Inoltre, verso le 18 il cielo comincia a coprirsi minacciosamente e dopo una mezz’ora comincia a piovere seriamente! Avevamo tutti il kw e non ci fermiamo per mettere mantelle e copriscarpe in quanto mancava poco alla città (almeno così speravamo) e si stava facendo seriamente tardi. Io con il gruppo di giovani allungo il passo raggiungendo felicemente Brugg verso le 19. Ma a questo punto la ricerca dell’ostello diventa una caccia al tesoro: in pochi lo conoscevano, fatichiamo a seguire le indicazioni ricevute in varie lingue…si stava facendo notte! Fortunatamente un ragazzo, davanti una palestra, prende la bici e ignorando pioggia e freddo (era in mezze maniche e pantaloncini corti!) ci accompagna all’ostello. Dopo pochissimo arriveranno Gianni e Luca che invece avevano facilmente trovato la strada. Il resto del gruppo arriverà accompagnato da un altro volenteroso ciclista.
Una nota di forte apprezzamento devo farla relativamente al gruppo di giovani che mi seguiva! Mai un lamento, anche nei momenti più difficili! Anzi, sembrava che la difficoltà aumentasse l’allegria! Solo Silvia (Papalì), stremata, si chiude in un preoccupante mutismo fino al giorno successivo.
Del gruppo anziani si raccontano momenti drammatici come quello di Manuela che, non riuscendo a spingere a piedi la sua bici in salita perché i sandali le scivolavano, percorre un buon tratto scalza!
L’ostello è accogliente. Gestito da una gentilissima ragazza che parla italiano, grazie a lei riusciamo ad ordinare una pizza che ci verrà consegnata in ostello ed a trovare soluzioni alternative per il giorno successivo. Ci togliamo tutti gli indumenti bagnati, scarpe comprese, una doccia calda e ci gustiamo le pizze! La quiete dopo la tempesta, siamo stanchi ma sereni, contenti di avercela fatta e di stare lì insieme, caldi, protetti e rifocillati!
Dopo cena, mentre i ragazzi si ritirano nella camerata, programmiamo il giorno successivo. Come ci suggerisce la ragazza dell’ostello prenderemo il treno fino a Frick e da lì proseguiremo alla volta di Basilea e Lorrach.