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Borgogna (Francia): da Macon a Montbard (n. 20)

Macon – Cormatin – Chalon sur Saone – Bearne – Dojon – Pouilly en Auxois - Montbard


inserito da
paolo di Castelplanio (AN)
nazione
Francia

periodo del viaggio
dal 14 al 20 agosto 2011

durata (giorni)
7


da
Beaune

a
Dijon

km
50


17-08-2011 (4)



Racconto
Paolo

Iniziamo la mattinata con una visita guidata all’Hotel de Dieu, antico ospizio-ospedale di Dijon. Lorena e Gabriele avevano raccolto informazioni il pomeriggio precedente e abbiamo ritenuto interessante effettuare la visita; scelta soddisfacente a consuntivo. Nella piazza assolata c’è mercato e perdiamo oltre mezz’ora per curiosare fra la bancarelle. Luca non sta ancora bene e con sua mamma Lorella decidono di prendere il treno fino a Dijon e di aspettarci in ostello. Verso le 10.30 partiamo.
In questo tratto non esiste un percorso ciclabile. Seguendo le indicazioni del gruppo Tuttinbici di Verona, venuto qui nel 2008, scegliamo di evitare la strada diretta trafficata con una deviazione a nord passando per alcuni paesi con tratti di saliscendi. (A Dijon Gianni scoprirà che esiste una cicloguida della Borgogna che in questo tratto prevedeva invece una variante a sud della statale su tratto pianeggiante). Saliamo per Pemand Vergelesses, Magny les Villers per poi ridiscendere a Nuits Saint Georges; la salita è abbastanza impegnativa ma oramai il gruppo non si spaventa e ciascuno la fa come può: chi forzando, che addirittura sfidando altri, chi lentamente con la marcia più corta chi camminando con la bici a spinta. Arrivati i alto (circa 400m slm partendo da circa 200m) il panorama è stupendo: vigneti immensi e ben curati, colori resi accesi dall’aria pulita e dal cielo sereno: insomma a salire in alto si guadagna sempre! Arriviamo a Nuits Saint Georges con una bellissima discesa e, vista l’ora, decidiamo per una sosta pranzo: i più – con saggezza – vanno in centro ove oltre ai bar troveranno anche un piccolo alimentari; altri – fortunatamente i meno – si buttano alla ricerca del centro commerciale trovando un Carrefour a circa 3 km vicino l’ingresso dell’autostrada. Consumato il pasto, verso le 14 si riparte per poter arrivare a Dijon in tempi ragionevoli. Seguendo la strada D122 verso le 17 entriamo in città; visto che l’ostello prenotato si trova in periferia nella parte opposta di dove siamo propongo di fare prima una sosta in centro; Gianni, che si orienta bene, prende la guida del gruppo; l’attraversamento di Dijon è difficoltoso a causa dei numerosi lavori per la costruzione di una rete di tram (dovrebbe essere completa nel 2012). Parcheggiamo le bici vicino alla chiesa di Saint Michel e ci concediamo circa un’ora e mezza per la visita. Il giro della città è facilitato grazie a Le Parcours de la Chouette: si tratta di segnalazioni presenti nel marciapiede che fanno attraversare il centro città permettendo di vedere monumenti e chiese più importanti. Alle 18.30 ci ritroviamo per trasferirci all’ostello*. Ceniamo nel cortile all’aperto con qualche goccia di pioggia che preannuncia maltempo. Dopo cena carte, chiacchiere e danze. Fuori piove.

* Etic Etape Dijon
http://www.cri-dijon.com/
muriel.potiron@auberge-cri-dijon.com
(prezzo € 30 : ½ pensione con asciugamano + sapone)


Manuela (da 'Durantediario' biciviaggio 2011 - scarica quaderno formato PDF stampa fronte/retro)

Partiamo alle 9,00 per andare in centro a visitare l’Hotel de Dieu, la visita termina alle 10 e ripartiamo ancora tra i vigneti. Oggi è necessario superare una o più colline, non è dato sapere quante siano…
La sosta pranzo la facciamo all’una in una piazza calda e assolata raccolti nella poca ombra dell’ora di pranzo.
La partenza manco a dirlo è alle due (ma non dovremmo essere in vacanza? Questi sembrano orari lavorativi!). Ancora salita ma stavolta il sole è cocente ed il caldo veramente tanto. Attraversando un paesino scopriamo una fontana per fare “sosta acqua”. Il logico passo successivo è la “guerra dei gavettoni”.
Dice Gabriele: -‘Quando un uomo con la bottiglia piena incontra una donna con la bottiglia vuota…’- e Cristiana non si è salvata però ha venduto cara la sua “asciuttezza”!
Poi la guerra è diventata “di popolo” e non si è salvato più nessuno, nemmeno Alfredo e “la prof”, che rimanevano ancora quasi indenni, e nemmeno i ritardatari, appena arrivati dopo le ennesime forature. All’arrivo a Dijon decidiamo di visitare il centro prima di recarci all’hotel che è piuttosto in periferia.